Sicilia 2012 – Coast to coast

Quest’anno abbiamo abbandonato la nostra amata ed accogliente Grecia poiché il tour che avevamo in mente si presentava abbastanza arduo ed i costi troppo elevati.

 Quindi direzione… Sicilia.

 

Da premettere che questo diario di viaggio in camper è puramente indicativo per chi fosse appassionato o semplicemente curioso di scoprire insieme a noi mete speciali o condividere un modo di viaggiare diverso dai soliti.

Riflessioni in merito ad alcuni argomenti sono da ritenersi opinioni personali e non vogliono incitare alcun cattivo atteggiamento.

Buon viaggio!

 Il tour comincia con comoda partenza (per noi campani) dal porto di Napoli in un Open Deck che, però, è tutt’altro che comodo: poco spazio fra un camper e l’altro, niente allaccio per la corrente, rumori assordanti per tutta la notte, allarmi delle autovetture in concerto per tutta la notte, ritardo sull’arrivo, poca ventilazione (cosa fondamentale per l’Open Deck!). Però il costo del biglietto Napoli-Catania si è rivelato molto vantaggioso, considerando che, se avessimo affrontato  Napoli-Reggio Calabria via terra, ci sarebbe costato di più in quanto a tempo – carburante – pedaggi – stanchezza. Viaggiare la notte ed arrivare al primo mattino riposando (o cercando di farlo) nel proprio camper è un vantaggio.

 

Arrivo a Catania: la prima parte del nostro viaggio è stata, a dir la verità, abbastanza angosciante. Abituati alla libertà ed alla cordialità dei greci, ritrovarsi in Italia con un “mezzo” non visto come il più redditizio per il turismo (false credenze), con una serie di divieti assurdi ed improponibili (ma comunque proposti) e tante limitazioni, è stata una sofferenza.

Scappati da Catania (troppo traffico e zone inadeguate), decidiamo di visitare l’Etna.

Il solo ricordo per arrivarci mi fa stressare: curve e pendii interminabili.

Giunti al rifiugio, siamo obbligati a pagare €10,00 di parcheggio (più avanti c’è un piccolo spazio gratuito, ma al punto informazioni non lo dicono). Per la funivia dell’Etna a persona bisogna pagare €30,00 e non ti portano neanche in vetta. Per quello devi pagare altri €30,00 di pulmino 4×4. Cominciamo bene! Il paesaggio è suggestivo, lunare direi. C’è molto vento. Merita, ma… poteva essere tutto più semplice.

 Finita la gita, proseguiamo verso Giardini Naxos. Aree attrezzate piene, strade strette. Optiamo per visitare le Gole dell’Alcantara (si trovano nella zona). C’è una sola area (arrangiata) a pagamento per trascorrere la notte. Ci spostiamo, impavidi poiché la notte si avvicina, verso un paesino che poi si rivelerà molto accogliente: Francavilla di Sicilia.

Troviamo una vecchia area attrezzata dismessa, spazzata via per metà dalla piena di un fiume che lo costeggiava in inverno, con acqua e quel che restava di panche da pic-nic. Con le bici, raggiungiamo il centro dove si sta tenendo una festa country e… godiamo dei nostri primi arancini.

Da buoni camperisti, ci svegliamo presto (vuoi o non vuoi, c’è il sole a farlo) e speriamo di far colazione al bar delle Gole. Ci muoviamo col camper (il cartello dice che il parcheggio è gratuito – chissà perché ci si presenta un tipo con aria da furbetto, che dice: “avete dormito a Francavilla ieri notte, eh?! – io, faccia da paura – “quel posto l’ho creato io!” – morale della favola, gli abbiamo dovuto lasciare 5€ del parcheggio “gratuito”). Colazione in camper, bar chiuso.

 Alle Gole si accede alle 9.00. Abbiamo pagato un biglietto per scendere al canyon (forse di €7,00), ma nessuno vi dice che lo si può fare gratuitamente attraverso un’apposita scala. Prima di arrivare al canyon, è possibile fare un bel giro panoramico per apprezzare questo spettacolo dall’alto (io amo i fiumi). E poi un bel bagno in acque gelide e pulite. Il posto è bello, ma bisogna andarci presto per il problema “densità”. Ah, e se vi salta in mente di attraversare la gola da soli, tornate indietro e mettete di nuovo mano al portafogli. Ps. la scusante è “pericolo caduta massi”. Non capisco perché, pagando, i massi non dovrebbero cadere! Misteri italiani.

 Breve tappa per la bella Siracusa: c’è un ampio parcheggio ad ore abbastanza vicino al centro.

 Direzione: Fontane bianche.

Ci aspetta un lunga fila di villette private che non permettono il libero accesso al mare. Però è quasi sera e dobbiamo cercare un posto tranquillo per dormire. L’unica piccola area attrezzata della zona è piena. Su consiglio, ci fermiamo per la notte, sul ciglio di una stradina che affaccia sugli scogli. L’indomani ci aspetta una visita mattutina ai fondali e poi di nuovo in viaggio.

 Marina di Avola: il posto ci piace, non è il massimo ma c’è una tonnara abbandonata da fotografare, un baretto che fa una buona granita alle mandorle, la sosta è gratuita e sul mare. Nel pomeriggio ritroviamo molti bambini e anziani che trascorrono il tempo fra la pesca e una partita a carte. Sono l’unica donna.

 Alle Gole abbiamo incontrato degli amici con i quali visiteremo la riserva naturale di Vendicari e l’Isola delle Correnti. Per la notte, abbiamo soggiornato al SunSeaBeach di Pachino (€45,00 all inclusive) e, alla sera,  ci siamo spostati in auto verso Marzamemi: un borgo marinaro molto caratteristico sul mare; vi si accede tramite due parcheggi posizionati agli estremi; E’ risultato difficile cenare; o era tutto pieno, o tutto finito o troppo caro. Quindi abbiamo optato per l’unica rosticceria nelle vicinanze. Arancini xxl (presi gli ultimi 4; ‘na moria).

L’indomani ci siamo avvicinati alla riserva, usufruendo del parcheggio che si trova a pochi passi dalla meta. La riserva ha un accesso e un percorso indicati tramite una mappa e dei sentieri. C’è un bel po’ di strada da percorrere sotto al sole; le spiagge da visitare sono tre ma noi, per il troppo caldo, ci fermiamo alla seconda. C’è molta gente, ovunque. Non c’è sabbia, ma una roccia particolare su cui ci si può sdraiare. Il mare è bello, s’insinua fra le rocce formando delle vasche di acqua tiepida. Nella prima spiaggia ci hanno dissuaso le molte alghe. C’è un’altra tonnara da visitare.

 Direzione Portopalo di Capopassero, Isola delle Correnti: non è una vera e propria isola (una piccola lingua di terra la collega alla spiaggia), e ci piace molto. Fermiamo il camper in un parcheggio con vista mare e un bel tramonto, alle spalle di un bar che fa una buona granita alle mandorle e cioccolato (abbiamo pagato €5,00 per la sosta di 3 giorni). Per accedere al parcheggio occorre passare in strade che diventano molto strette a causa dalla quantità di auto parcheggiate su entrambi i lati della carreggiata. Ci sono altri camper e auto che riempiono il parcheggio (per un buon posto, attendiamo la sera). La spiaggia di sabbia è piena di gente, il mare cristallino e davvero in acqua si percepiscono le diverse correnti. Siamo nel punto più a Sud della Sicilia. E il caldo si fa sentire. Dicono che spesso è difficoltoso sostare in quella zona a causa del forte vento. Noi siamo stati fortunati.

Sistemato il camper ad hoc, non resta che visitare l’isolotto (ci arriviamo a nuoto e con questo).

Sull’isoletta si erge un faro, dove decenni fa alloggiava il farista con la sua famiglia, di forma rettangolare, con davanti un ampio piazzale. Il faro è in fase di decadimento, essendo da anni in disuso.

Decidiamo di restare per qualche giorno, il serbatoio dell’acqua è pieno, gli scarichi vuoti. Ogni mattina c’è un furgoncino che porta cornetti e pane.

Ci raggiungono altri amici, anche loro in tour siculo, ma in auto.

Rivisitiamo Marzamemi al tramonto e organizziamo una braciata al camper (reduci dell’esperienza passata). L’ultimo giorno in questo luogo termina con una fantastica visita mattutina al relitto che si trova ad est dell’isola. Pensiamo si tratti di  un relitto mercantile, con tante insenature da scoprire e non poco emozionante. In realtà, tutta la zona è da esplorare in maschera.

 Lasciata l’Isola, che ci ha concesso la prima vera sosta di cui godere, ci dirigiamo verso Modica: è la città natia di S. Quasimodo. E’ d’obbligo visitarne la casa. Il costo del biglietto è di €3,00. E’ molto piccola, ma suggestiva. La veduta è bellissima. Abbiamo parcheggiato liberamente il camper appena fuori dal centro. “Sentieri velati da un tratto di eterno: basole fra scorci di storica passione; a passi tardi rinvengo in cor mio, nascituro sguardo che soave m’attrista” ne diceva Quasimodo. Buonissime le scacce e la cioccolata.

 Con l’intenzione di visitare la Scala dei Turchi di Agrigento, pernottiamo a San Leone. C’è un porto con lungomare e una piccola spiaggia sporca. Ci sono altre due famiglie con camper. Una di loro mi dice che la sosta è possibile e che sono lì da 3 mesi :S  Ci si avvicina il parcheggiatore abusivo di turno (solita storia) che non si accontenta del €5,00 regalatogli. Pazienza. Ci ritroviamo nel bel mezzo di una festa. Facciamo un giro serale per le bancarelle, guardiamo i simpatici emulatori di reality alla X-factor e poi a nanna. Agrigento è, a parer mio, una città davvero brutta, ma per una notte si può fare.

 Direzione Porto Empedocle, Scala dei Turchi presso l’A.A. Piccola Punta (€23 a notte con corrente, scarico e carico, lavatoi, docce, no ombra, sulla spiaggia). Sostare qui è l’unico modo per visitare la scala.

Scala dei Turchi: visitatela di prima mattina (ricordate il problema densità in Agosto); armatevi di cappelli, acqua e forza fisica. Siate temerari. Dall’A.A. dista più di 1km da percorrere in spiaggia sabbiosa. Arrivati ai piedi della scala, bisogna iniziare a salire. E’ davvero molto particolare. Tutto è bianco e quasi accecante. Noi viaggiavamo leggeri, in costume, cappello e asciugamani.

Arrivati al punto più alto della scala, è possibile godere di un fantastico e ripido panorama. Ma per fare un bel bagno, occorre continuare a percorrere la scala e superare qualche ostacolo (la roccia è polverosa, si scivola ma è divertente). Il mare e l’ombra che vi aspettano, vi ripagheranno di tutti gli sforzi.

 Selinunte: costo della visita ai resti €6,00. Se avete visto l’acropoli di Atene, non vi emozionerà tanto. Almeno per me è stato così.

Marsala: c’è una sosta camper comunale, ma è dismessa. Una guida turistica ci consiglia di visitare una chiesa e degli scavi con un tour guidato, al prezzo di €4,00. Basta un pomeriggio.

Direzione Trapani: ci piace tanto. Sostiamo liberamente al porto per 3 giorni; essendo non distanti dal centro, possiamo visitarlo più volte e scoprirne la bellezza. Da qui è anche facile organizzare una gita per le Isole di Favignana e Levanzo (la prima carina, la seconda molto piccola e selvaggia – €40 con pacchetti organizzati); Da non perdere, l’antica Erice, che si raggiunge in funivia (da “Maria Grammatica” si mangiano delle buonissime genovesi). Visitiamo anche la Salina Calcara di Nubia, forse la più bella. Bastano €2,00 e una macchina fotografica (al tramonto è ancora più suggestiva).

 Si riparte. Breve sosta per un bagno a San Giuliano (evitate i lidi) in via Giunone; il mare è bello, la spiaggetta abbastanza libera.

 San Vito Lo Capo: per arrivarci, abbiamo dovuto saltare buona parte della riserva dello Zingaro causa incendi. Qui è possibile sostare liberamente in un grande parcheggio al sole. Il mare non è vicinissimo, ma lo si può raggiungere ogni 25’ grazie alla navetta che percorre tutto il paesino (dalle 8.00 all’1.00). Il mare è cristallino ma la gente è sempre di più (qui risulta difficile stendersi al sole anche se si parte di prima mattina). Per la sera e a chi piace, ci sono molti localini ed è semplice visitare le viuzze di San Vito.

Breve visita a Scopello Paese (arrivare al mare ci risulta difficile con il camper).

Palermo: sosta all’A.A. GreenCar – €20,00 con doccia, carico e scarico in Via Quarto dei Mille, vicino al centro storico. Palermo è bella, ma tutte le chiese da visitare sono a pagamento. Da vedere assolutamente è l’orto botanico (€5,00) e gustare un cannolo. Si potrebbe andare anche a Monreale con il bus 389. Ma non passa mai.

Cefalù: è davvero incantevole. Ma, in quanto a ricezione camper, è davvero disorganizzata. Troviamo per 2 notti un parcheggio di un albergo (€10,00 al giorno), senza nessun servizio, neanche l’acqua! Per poter restare un ulteriore giorno, abbiamo dovuto “corrompere” il dipendente dell’albergo a riempirci almeno una tanica da 10l d’acqua. Cefalù è altamente peculiare per le sue case sulla scogliera alta. C’è anche un lavatoio che prende l’acqua da una sorgente.

 Milazzo: è un comodo punto per raggiungere l’Isola Vulcano. Da Google Earth pare esserci un’area libera per camper, che troviamo chiusa da catene. Iniziamo, quindi, la trafila di 2h per trovare un punto di sosta. Alla fine, ci fermiamo sul lungomare, sperando di non procurar fastidio a nessuno. Anche qui troviamo una festa. L’indomani partiamo per l’Isola.

Vulcano è quella che definirei isola a tutti gli effetti. Si arriva e si avverte fortissima la terra che vive. L’odore di zolfo è ovunque. La terra scotta e ribolle. C’è una spiaggia con un mare stranamente azzurro pastello, matto. Fittiamo ombrellone e lettini a €12. L’acqua è tiepida ed oleosa; sul fondo non c’è sabbia né scogli, ma delle strane pietre liscie. Fra le morbide onde, fa capolino un getto di zolfo che utilizziamo come idromassaggio. C’è poi la possibilità di fare i fanghi (€3,00). L’acqua è a 36°, fa caldissimo.

Lasciamo Milazzo per ritornare a Recanati (Giardini Naxos) per gli ultimi giorni di viaggio. Essendo fine Agosto, riusciamo a trovare le aree attrezzate libere e ci fermiamo all’Holiday Sun (+393392185191). E’ tutto più lento e calmo a fine mese; Da qui possiamo visitare Recanati/Giardini Naxos (consiglio la rosticceria a piazza S.Giovanni – fa degli ottimi arancini avvolti in pasta sfoglia); vedere un simpatico spettacolo di cabaret siciliano; salire alla strepitosa Taormina con i bus (Recanati è ben servita), sia di giorno che alla sera; visitare il Teatro Greco e prendere l’ultima funivia per far il bagno più bello del viaggio alla riserva naturale di Isola Bella.

 Ilaria

Note:

– In tutte le soste a pagamento, c’è stato un elemento comune: la mancanza di alberi e quindi di ombra. In generale, abbiamo notato poca organizzazione per la ricezione dei camper.

– C’è possibilità di fare sosta libera, ma è limitata ad alcuni punti e bisogna adeguarsi.

– Molte coste della Sicilia sono insfruttabili dal turismo a causa delle mega-aziende (spesso raffinerie) costruite sul mare (soprattutto la zona di Gela).

 

 

Share: