Atene e Peloponneso | Grecia est e ovest 2011

(Equipaggio: Ilaria e Giovanni in camper Arca America 340)

Partenza da Bari ore 20.30 con imbarco Opendeck.

Appena il tempo di attrezzare il letto per la notte marinaia, e ci attende un buon “frapè” greco al bar della nave.

Cena golosa e sonno tranquillo, confortati dalla culla naturale delle onde.

Arrivo a Corfù e poi ad Igoumenitsa alle ore 10.30 del giorno successivo.

Ecco le varie tappe in camper, fra soste libere e a pagamento:

Amphilochia: carina ma non c’è posto per fermarci. Abbastanza turistica, il mare è lagunare.

Passiamo per Lago Rivio: sembra una piscina.

Ad Anti Rio prendiamo il ponte per Patrasso (12,90 euro + 5,00 euro pedaggio autostradale).

Arriviamo a Diakoftò: posto ancora caratteristico con poco turismo. Ci restiamo per due giorni. Si sta bene, i prezzi sono ancora bassi. Facciamo il giro con il trenino a cremagliera che ci porta a Kalavrita e costa 38,00 euro in due. Questa è molto carina, arroccata fra le montagne stile Australia, i prezzi sono più alti poichè si predispone proprio per accogliere i turisti scesi dal trenino. Moussakasouvlaki per noi.

Ci dirigiamo a Corinto: la cittadina è abbastanza malandata, lasciata a sè. Se non fosse per lo stretto e per il tramonto da ammirare seduti al bar alla fine del canale non ne varrebbe la pena. C’è possibilità di fare bunging jumping.

Passiamo per Loutraki per trovare (con notevole difficoltà, nonostante il gps) uno sbocco sul mare (ci dicono, seguendo Poseidonia, che manca di indicazioni stradali adeguate), ma non ci convince e bypassiamo.

Partiamo alla scoperta dell’ultimo dito del Peloponneso, verso Naufplio: stupenda spiaggia di Katachova, sosta libera all’ombra di eucalipti e con vista mare. C’è molto spazio, mancano però le docce di cui le spiagge della Grecia sono solitamente (ed assurdamente per noi italiani) provviste. E’ tutto molto rilassato. Ci rapisce per 3 giorni, in cui scoviamo una stradina che avvolge a strapiompo la montagna, che ci separa dal centro della cittadina. Arrivarci in bici è una vera scoperta, l’importante è andarci provvisti di torce della luce. Porticciolo, ristoranti e taberne tipici, una piazza molto bella, una fortezza arroccata e la visita archeologica ad Epidauro ne fanno uno dei posti più speciali di questo camper tour.

Armati di curiosità, ci spingiamo verso Ermioni: assurdo quasi sostare per la notte, ma noi ci riusciamo. Molto carino, con porticciolo e imbarco per Hydra e Paros. Fa molto caldo. Molte le taberne sul mare, i prezzi sono un po’ alti ma si gusta un ottimo polipo essiccato. Ci sono molte immagini della vecchia Grecia; un artigiano di barche, il pescatore che batte il polpo sullo scoglio, la nonnina vestita di nero che bagna la strada per rinfrescarla. Merita la sosta.

Con la viva intenzione di arrivare alla capitale, siamo obbligati a sostare fra Kineta e Agios Theodori in un campeggio di soli greci, a 22,50 euro a notte. Fornita di tutto, la spiaggia è davvero piccola.

Atene: caos tremendo, siamo pazzi, e il gps si accoda. Entriamo col camperino al centro della capitale (un ciclista ci urla divertito di aver capito che siamo italiani). Per poi scappare, un po’ sconfortati, al campeggio (anche questo obbligato poichè l’unico della zona) Athens a 30,00 euro fornito di tutto. Scegliamo di partire per l’Acropoli nel pm (12,00 euro) per non soccombere al caldo atroce. Scelta azzeccata. Bellissima la città alta, scendiamo per visitare le stradine dei vari quartieri fra cui Mystrikas (mercato vintage) e la Plaka (cattedrale). I ristoratori ti incitano ad entrare nella loro cara (e forse non troppo tipica) taberna, ma noi furbetti riusciamo a corromperne uno per una pita take away. Ci becchiamo solo qualche “guardata storta”. La mattina seguente, stanchi, aspettiamo il famoso cambio della guardia e ci adagiamo su un trenino turistico (6,00 euro) che ci porta a fare un bel giro dei punti più caratteristici della zona.

Lasciamo Atene per Kato Vasiliki. Giovanni ci è stato in tenera età e molte sono le cose cambiate, tranne la scuola sul mare. Non c’è ombra, ma ci sono docce e lettini free (il barista ci guarda stupiti alla richiesta del prezzo per il servizio). Basta ringraziare prendendo un buon e immancabile frapè. Pochi turisti e molti greci organizzati. E’ un luogo tranquillo, ci dedichiamo un saporitissimo e freschissimo calamaro alla piastra nella taberna alle spalle del camper, quello che affaccia sul mare 🙂

Nafpaktos: molto turistica, costosa e sosta al sole. Ma è da vedere. Ha un bel castello sul mare.

Verso Astakos: piccola cittadina con imbarco per Itaca, hanno dei dolci al miele ottimi. La spiaggia è bruttina. Passiamo per la padulosa Mesolongi. Gli zingari sono ovunque e non hanno cura del territorio che li ospita temporaneamente.

Mytikas: largo parcheggio senza ombra. Il paesino si conserva caratteristico. Le docce sono free e le case sono proprio sul limpido mare.

Paleros: ci attende una larga e lunga spiaggia delineata da camperisti. Il mare è calmo, non c’è né acqua né ombra. La prima idea di questo luogo non è tanto convincente, ma si sta bene, anche se per pochi giorni (i rifornimenti scarseggiano), ma si sta in compagnia di altri camperisti con cui si scambiano preziose informazioni di viaggio.

Vonitsa: Per le brevi soste. C’è il classico porticciolo, un parcheggio libero senza ombra ma con acqua messa a disposizione per le barche (e per noi). C’è una piccola spiaggia, il paesino è grazioso. Dicono che ci sia una tartaruga gigante che di tanto in tanto fa capolino nella zone del porto, ma io non lo posso, aimè, confermare.

Da Kastrosykia a Loutsa c’è possibilità di parcheggiare lungo la spiaggia ed il mare è bello.

Da Loutsa in poi è davvero impossibile sostare, ma anche uscirne, per il traffico e la carreggiata ridicola!

Tappa solita ad Ammoudia: per chi non la conoscesse, c’è un ampio parcheggio libero organizzato per i camper, docce e spiaggia di sabbia con mare piacevole. Ci troviamo alla foce del fiume Acheronte (che lo scorso anno abbiamo percorso dalla sorgente – vedi Gliki). Non vi spaventate se un tipo un po’ particolare vi aiuterà a parcheggiare. E’ Tomas ed è il proprietario della taberna dietro di voi. Attenzione, però, se non sopportate l’idea di sentire i pettegolezzi e le baggianerie di donne di famiglia italiane che si piazzeranno proprio davanti a voi con l’ombrellone, con i loro maxi cocomeri, e con un’amplificazione vocale lontano dall’umano, allora non è proprio il posto adatto a voi.

Parga: merita una tappa la caratteristica cittadina posseduta dai veneziani. Il mare è bellissimo, come le viuzze che portano alla vecchia fortezza, con uno spettacolare strapiombo sul mare. Tappa non obbligata ma di relax, nel camping omonimo del luogo. Abbiamo deciso di sostare in occasione dello spettacolo di ferragosto, con fuochi d’artificio e carina rappresentazione storico-teatrale. Le spiagge sono tre. Una ha un isolotto con chiesetta, voliera e fontana suggestive, dove Giovanni ed io ci siamo avventurati a nuoto.

La pita più buona di questo tour la mangerete proprio di fronte a questo isolotto.

Sivota: per me una delusione. Tanto decantata, in realtà non ha nulla di tipico. E’ una località turistica e ricca con un porto. Anche parcheggiare per una breve sosta non è semplice. Dopo le 17:30 il parcheggio, non proprio al centro, diventa a pagamento.

Plataria: zona piacevole e tranquilla. In realtà in Grecia, tranne che ad Atene, non è che ci sia tutto questo caos. Spiaggia, porticciolo, taberne e ombra. Anche qui l’impatto iniziale non è dei migliori, ma ci piace comunque. Proviamo a pescare con il classico utensile greco. I pesci ci scansano poiché l’esca che proponiamo sono… caramelle morbide!

Superiamo Igoumenitsa per andare alla scoperta di una spiaggia, quella di Drepano.

Spiaggia lunghissima di sabbia morbida e pulita. C’è tanto spazio all’ombra per sostare e aspettare l’imbarco di rientro. Ci sorprende questa scoperta. Molti italiani si fermano proprio qui appena attraccati ad Igoumenitsa. Qualche locale lungo la riva e paninari (forse troppo americanizzati).

20 giorni di viaggio.

Sosta massima nello stesso luogo: 3 giorni.

Unico problema: il prezzo del carburante, (e la solita scossa di terremoto che ci accoglie all’arrivo); qualche strada crollata qua e là.

Per il resto è… avventura.

Arrivederci al prossimo viaggio!