LA RINASCITA DEL BLOG?

 

Ben ritrovati!

Il mio blog di viaggi ha bisogno di rinascere, ed io ho bisogno di tornare a condividere.

Penso che la necessità di condivisione sia una caratteristica con cui si nasca o meno, non che sia un bene o un male; amo i miei momenti di solitudine tanto quanto quelli di confronto e scambio, altissima fonte di crescita personale. 

È una tematica su cui ho riflettuto a seguito di polemiche lette rispetto ai vari utenti che bazzicano sull’audace Instagram o sul vecchio caro Facebook; c’è la fazione di chi ha un account ma non pubblica né storie né post, non mette like, ma guarda le storie di tutti, (il cosiddetto spione) e chi, invece, ne fa un uso spropositato, condividendo magari anche situazioni considerate “troppo intime” (gente che piange in diretta, foto col water o mezze nude, o chi condivide real time l’esito di un test di gravidanza).

Più che criticarle negativamente, queste tendenze dovrebbero essere indagate e comprese; ma, come spesso facciamo per difenderci, preferiamo additare ciò che non ci è noto.

 

 

CONDIVISIONE

Mi son chiesta di che fazione facessi parte e credo di non rappresentare nessuna delle due per così dire, estreme. La mia necessità di condivisione era evidente già agli albori di MySpace su cui condividevo citazioni, foto, brani preferiti, video; oppure Flickr per gli scatti che realizzavo con la Reflex analogica, poi quella digitale o ancora con la GoPro, e per prendere ispirazione dagli scatti e dalle tecniche che usavano gli altri iscritti; per un periodo ero talmente appassionata, che avevo fatto l’upgrade all’account Pro. E ancora adesso, se cerco il mio nome su Google, vien fuori di tutto… Fotocommunity, CasaFacile, Twitter, YouTube, Issuu (su cui ho pubblicato anche parte della mia tesi di laurea), Vogue, Etsy, (in cui pubblicavo i miei gioielli al lasercut della linea che avevo chiamato Mirabìly), Vimeo, TouringClub, IoArte, Facity (un progetto fotografico a cui ho partecipato). Credo che farò degli screenshot per tenerne memoria. 

 

‘Sta “malattia”della condivisione (o come la chiama Alberto Simone nel libro “La felicità sul comodino” – la sindrome di Braccobaldo) la si evince anche dal fatto che scrivo recensioni, su ogni cosa; Amazon mi chiede di scrivere la recensione per l’ultimo prodotto acquistato? Ed io mi metto lì, e scrivo dettagliatamente la mia experience; e che fai? Booking fa lo stesso e tu non gliela lasci la recensione sull’hotel che ti ha accolto con quella ricchissima colazione internazionale?!

Poi scrivere, quanto alleggerisce?!
Ho bruciato nel camino, solo nel 2014, una cosa come 10 diari segreti, tutti scritti a mano.



MAKEATRIP.IT

Questo blog ha 10 anni ad oggi. È nato nel 2010, senza pretese, dalla voglia di condividere i miei viaggi, soprattutto quelli fatti in camper; infatti i primi articoli li ho pubblicati come diari di viaggio o diari di bordo. Non mi sono mai dedicata all’indicizzazione di questo blog perché non ho mai ragionato in termini di guadagno; non mi interessa, voglio scrivere solo per il piacere di farlo. Se dovessi rioccuparmi della SEO, sarebbe solo per una sfida personale.
L’ultimo articolo credo di averlo scritto nel settembre 2015, parlando di EXPO Milano, nel mio primo anno da cittadina milanese.

Altro tema che mi rimbomba in testa… 

Sappiamo ancora davvero concentrarci sulle cose che davvero amiamo fare? Senza sovrastrutture, senza aver per forza un fine? 

Quando ero adolescente, tornavo da scuola e guardavo i video di MTV cantando a squarciagola i testi delle canzoni che avevo stampato. Le imparavo a memoria (ho ancora quel faldone). Che senso aveva? Nessuno. Era, evidentemente, prendere contatto con alcune parti di me che forse si esprimevano in quel modo; o con il disegno, o con la fotografia.

È da un po’ di anni che non ho nemmeno il tempo di fermarmi a pensare, che gli eventi mi travolgono, che provo impacciatamente a mettere ordine fuori e poi dentro mia testa, ma il tempo vola sempre più veloce; e ho bisogno di prender fiato, mettere a fuoco, a volte anche di ricordarmi chi sono, chi ero e dove voglio andare. 
Fermiamoci.



QUARANTENA COVID-19

È il 17 Aprile 2020. 
Io, personalmente, sono in quarantena a Milano da metà febbraio per questa pandemia. Sono 2 mesi.
Strani.

La mia mente a volte vacilla fra il perdersi nel caos delle mie fragilità, e una serena consapevolezza. Un’accettazione della finitezza dell’essere umano e dell’impotenza rispetto a qualcosa di così grande e meraviglioso come la natura.

Sono da oggi in malattia perché la mia dottoressa sospetta che sia stata contagiata dal Covid-19. Sono fiduciosa di non esserlo, soprattutto perché sono chiusa a casa da tempo, non esco nemmeno per la spesa, ma parte dei sintomi ci sono.

PS: aggiornamento… ero positiva al covid-19 e lo sono stata per 36 giorni di fila!

Ne approfitto per tornare a scrivere, per dare nuova vita al mio blog, perché è l’unica cosa che adesso riesco a fare. Magari parlerò di viaggi… mentali 😉

Buona lettura!

 

Ilaria